Perugia
Il Gesù
I Barnabiti vennero a Perugia nel 1607, chiamati dal Vescovo di Allora, Napoleone Comitoli. Ebbero in consegna la chiesa di S. Ercolano per il sacro ministero, esercitato soprattutto "con continue confessioni, et frequenti predicazioni, et dottrine cristiane et in ogni altra fatiga spettante alla salute delle anime".

Partiti da Perugia i Gesuiti, soppressi dal Papa Clemente XIV, nella chiesa del Gesù, da loro
costruita, subentrarono i Barnabiti, con tutti gli obblighi ed i diritti dei Gesuiti stessi.
Come nella chiesa di S. Ercolano, anche in quella del Gesù, i Barnabiti continuarono il loro
ministero, ma con maggior espansione ed efficacia per merito anche dell'edificio sacro più ampio
e più centrale.
La bufera napoleonica che si scatenò contro congregazioni e istituti religiosi, colpì gravemente
anche i Barnabiti i quali dovettero sciogliere la loro comunità e allontanarsi da Perugia, in
attesa di tempi migliori. Quando, anni dopo, e precisamente nel 1837 poterono ritornare,
trovarono la Chiesa del Gesù in uno stato deplorevole, quasi priva di quadri e suppellettili. In
mezzo a grandi difficoltà i Barnabiti ripresero il loro lavoro pastorale.
Anche il 1860 segnò l'inizio di ripetute angustie: il nuovo governo cittadino li privò di tutti
i loro beni, casa compresa; così che dovettero abitare in alloggi diversi sempre provvisori. Il
vescovo di allora Mons. Gioacchino Pecci, poi papa Leone XIII, li ospitò per un decennio nel suo
palazzo.
Attualmente i Barnabiti proseguono le attività del sacro ministero sempre nella chiesa del Gesù,
che ormai gestiscono da oltre 230 ani. Sono disponibili per le confessioni, la direzione
spirituale. Guidano, a livello diocesano l'Associazione dell'Apostolato della preghiera; sono
disponibili per la predicazione e le confessioni nelle parrocchie, seguono particolarmente quei
giovani che frequentano la Chiesa del Gesù, soprattutto la domenica sera, alla S. Messa
vespertina.
Sono assistenti spirituali di malati presso una Casa di cura e nel limite delle loro possibilità,
vengono in aiuto a chiunque chiede loro un segno di solidarietà.